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“Il leone nel pioppeto” (6/99 anni – fiaba per grandi e per piccini)

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Gentili bambini, gentilissime bambine, vi racconto una storia talmente strana da sembrare vera, talmente vera da sembrare strana.
Sono fatti accaduti non molto tempo fa, che tutti sanno, ma che nessuno ricorda e  chi se li ricorda… li mantiene segreti.
La storia si svolge proprio dalle nostre parti, in un bel paese che si chiama Pegognaga dove in un pioppeto in riva al fiume, non so quando, non so come, viveva tranquillo un leone.
Proprio così, le orecchie e gli occhi non v’ingannano, avete capito giusto e bene, proprio un leone viveva solitario e mansueto nel bel mezzo di un pioppeto.
Da anni abitava tra due pioppi ed un cespuglio ed in quel groviglio di rami aveva fatto la sua tana.
Era un leone molto buono e, non volendo mangiar nessuno, né un uomo, né una lepre o un fagiano, da tempo era diventato vegetariano.
Come tutti i leoni era davvero molto saggio e, come tutti gli animali della sua specie, anche lui era in grado di parlare.
Proprio così amici bambini, tutti i leoni, anche se l’uomo non lo sa, da sempre parlano. Eccome se parlano! Fanno discorsi importanti e molto colti sul mondo e sulla vita, ragionano sul perché e sul percome delle cose tanto che si potrebbe stare ore ed ore ad ascoltarli.
Purtroppo però, raramente si fanno sentire perché sono tipi molto riservati e inoltre perché, al contrario di molti uomini, i leoni, quando non hanno qualcosa di davvero intelligente da dire, stanno semplicemente zitti!
Tornando al nostro amico leone, lui se ne stava tranquillo  e solitario fra gli alberi in riva al fiume, stando ben attento a non farsi vedere dalla gente del paese così da non spaventarla.
Un giorno però, Ernesto, un signore che si alzava sempre presto, mentre andava a lavorare, passando proprio per il pioppeto, vide il leone che sgranocchiava un bel mucchietto di foglie secche.
Tutto impaurito, prima che il leone potesse dirgli qualcosa, l’uomo scappò via a gambe levate e, tornato in paese radunò tutta la gente gridando:
“C’è un leone nel pioppeto! C’è un leone nel pioppeto!”
Tutti si misero ad urlare, chi scappava sotto il letto, chi scappava sotto un sasso e chi scappava… al gabinetto.
Si decise di mandare Salvatore il cacciatore per uccidere il leone con la sua mira da campione.
Salvatore il cacciatore era certo un buon campione, ma era anche un gran fifone e di corsa scappò via in tutt’altra direzione.
Andò allora Giovannino il ragazzo contadino con un pezzo di formaggio e tre pezzetti di coraggio.
Al leone si presentò e gli diede il formaggio, e il leone, che era molto educato, con un inchino gli disse: “Grazie a te amico mio”
Non vi dico lo stupore di Giovannino, il ragazzo contadino, quando sentì il leone parlare. Non credeva alle sue giovani orecchie, ma , invece di scappare impaurito, si sedette curioso di sentire cosa aveva da raccontare questo leone che parlava così bene.
I due rimasero a discutere per ore ed ore, fino a che Giovannino il ragazzo contadino dovette tornare a casa per la cena.
Tutto il paese lo aspettava, alcuni si sorpresero di vederlo tornare tutto intero, altri gli chiesero com’era andata.
Lui, tranquillo, disse solo:” I leoni parlano” ed andò a casa a mangiare.
A queste parole tutta la gente rimase sconvolta, nessuno sapeva più che fare con questo leone.
In mezzo alla folla prese la parola il Professorgransapientetuttologo Luigi Luigio, detto anche Gigio, laureato a Milano dove vanno tutti piano.
“Miei cari concittadini” -disse-” I leoni , si sa, son delle gran brutte bestie! Pertanto, d’ora in poi, a tutti è proibito andare nel pioppeto fino a quando non avremo ammazzato quel quadrupede selvaggio!”
A questo discorso si aggiunse anche quello di un altro illustre concittadino, e precisamente del Dottorespertofilosofo Astolfo Sotutt’io, detto anche lo Zio, laureato a Parigi dove i cieli son grigi.
” Mi unisco alle parole del mio collega”- disse- ” e vi ricordo che in questo periodo abbiamo ben altro a cui pensare nel nostro paese, come ad esempio le elezioni per il nuovo sindaco”.
Dovete infatti sapere, miei cari amici bambini, che proprio in quei giorni nel paese di Pegognaga si eleggeva il nuovo sindaco e che i due candidati a questa importante carica erano prorpio il Professorgansapientetuttologo Luigi Luigio, detto anche Gigio, ed il Dottorespertofilosofo Astolfo Sotutt’io, detto anche lo Zio e dovete anche sapere che a questi due non andava proprio giù che nel paese si parlasse di qualcun altro che non fossero loro.
Nel paese però la notizia del leone parlante aveva fatto davvero colpo e, di nascosto dalle orecchie di quei due invidiosi, ogni abitante di Pegognaga ne parlava.
Piano piano poi alcune persone, una alla volta e di nascosto, iniziarono ad andare a far visita al leone per parlargli.
Con lui si parlava di tutto: lui spiegava il senso delle cose,  ti insegnava come andava il mondo, dava anche dei consigli a chi glieli chiedeva.
A Battista il dentista insegnava come estrarre un molare senza far male al paziente, a Renato l’innamorato come fare la dichiarazione d’amore a Rosina, ad Adriano il guardiano come non far scappare i polli dal pollaio, a Giovannino il contadino come piantare le patate e farle crescere bene, e così via.
Ogni sera un abitante del paese andava dal leone a farsi consigliare in ciò che gli stava a cuore.
Ben presto la notizia fece il giro anche dei paesi vicini ed da ogni parte arrivava gente in gran segreto per parlare con il saggio leone.
Non vi dico la rabbia di Luigi Luigio detto anche Gigio e di Astolfo Sotutt’io  detto anche lo Zio, quando vennero a sapere che ormai la gente pensava solo al leone e quasi non si ricordava più di loro.
Andarono su tutte, ma proprio tutte, le furie!
Andarono allora da Giovannino il ragazzo contadino e gli chiesero:
“E’ vero che la gente di questo paese non parla d’altro che di quel maledetto leone?”.
Lui rispose:
“Del leone ne parlano tutti:
ne parlano a Pegognaga dove chi rompe paga,
ne parlano a Galvagnina dove al mattino c’è sempre la brina,
ne parlano a Quistello dove ci abita mio fratello,
ne parlano a San Benedetto e quello che sapevo io ve l’ho detto!”
I due invidiosi decisero allora di fare la guardia personalmente al pioppeto e di impedire con la forza le visite della gente al leone.
Per tre giorni più nessuno si vide al pioppeto.
Finalmente arrivò il giorno delle elezioni del nuovo sindaco ed ogni abitante di Pegognaga votò chi riteneva più giusto per guidare il Paese.
La sera, in piazza, vennero dati i risultati delle votazioni.
All’altoparlante una voce solenne disse:
“Ecco il risultato delle elezioni per il nuovo sindaco di Pegognaga:
_candidato Professorgransapientetuttologo Luigi Luigio detto anche Gigio:voti 0
_candidato Dotttorespertofilosofo Astolfo Sotutt’io detto anche lo Zio:voti 0
_Il leone del pioppeto:voti 1500”

Tutti gli abitanti del paese avevano votato per il leone del pioppeto perché, stufi di quei due sapientoni, volevano che il sindaco fosse qualcuno di veramente saggio e al servizio della gente.
Tutti quanti scoppiarono in un enorme grido di gioia, mentre i due invidiosi scoppiarono in pianti e singhiozzi tanto che riempirono di lacrime quattro secchi e due bacinelle.
Uomini, donne, bambini ed anziani corsero al pioppeto e portarono in trionfo il leone fino al municipio, che da allora diventò la sua nuova casa.
Il saggio leone fu da allora il miglior sindaco che si potesse desiderare: giusto, onesto e comprensivo.
Tutti quanti lo ascoltavano volentieri e lui prendeva le decisioni più giuste. Tanto che ancora oggi tutti lo ricordano, anche se nessuno lo dice, e da allora, naturalmente, ciascuno visse contento e felice.
Così si conclude questa strana storia vera, questa vera storia strana.